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Macchine flexo, un mercato da un miliardo di euro
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Un miliardo di euro. È quanto valeva il mercato mondiale delle macchine flessografiche alla fine del 2019 ed è quanto varrà nuovamente nel 2023, una volta superata la frenata imposta dalla pandemia. Un mercato in cui l’Italia è fra i principali protagonisti, con un valore di esportazione di 184 milioni di euro e una share del 17,1%.

I dati rilasciati da Acimga fotografano uno scenario di crescita costante da qui al 2023, con una media del +2,4% annuo. Un trend globale che, sotto l’influenza della pandemia da Covid-19, presenta dinamiche profondamente differenti anno per anno: il 2020 si chiuderà con una recessione del -6%, a cui farà seguito una forte crescita del +9% nel 2021. Una situazione a cui l’Italia non è ovviamente immune, come ricorda Andrea Briganti, direttore di Acimga: “L’export italiano di macchine flexo segue il medesimo andamento di quello globale – picco nel biennio 17-18 con vendite complessive pari a 390 milioni di euro di valore, leggero calo nel 2019 (184 milioni) e pesante frenata nel 2020 con un -15% di valore esportato. Tuttavia il nuovo anno vedrà un cambio di marcia e l’inizio di una ripresa”.

Ripresa che interesserà tutto il comparto a livello mondiale e che porterà nei prossimi anni a un rimescolamento del ranking dei paesi esportatori di tecnologie flexo. Le prime due posizioni, attualmente occupate da Germania e Italia, non cambieranno proprietario, ma le quote di mercato subiranno un calo. Questo sarà principalmente dovuto all’ascesa della Cina, ora quarta, che raddoppierà il proprio share nei prossimi quattro anni passando dal 6,2% all’11,8%. Tuttavia, come sottolinea Briganti, “la Cina non rappresenta un nostro vero competitor. Le macchine italiane sono caratterizzate da una tecnologia di stampa avanzata e all’avanguardia, mentre la Cina offre ancora prodotti di prezzo medio basso”. Una puntualizzazione che evidenza lo spostamento di prezzo verso la fascia alta operato dai produttori italiani negli ultimi dieci anni: dal 21,6% delle macchine prodotte nel 2009 a oltre il 40% nel 2019, con scomparsa della fascia medio-bassa.

Il ranking dei paesi importatori vede nettamente in testa gli Stati Uniti, con 176 milioni di euro - 38 dei quali fatturati dall’Italia, che è il secondo referente dietro alla Germania. Sugli altri gradini del podio ci sono Messico e India, dove si ripete il binomio Germania-Italia quali punti di riferimento primari in ambito flexo. L’Italia è invece leader nel mercato polacco (sesto complessivo), che nel 2019 ha importato macchinari per 35 milioni di euro -  11,5 dei quali dall’Italia -  e che le previsioni danno come mercato in forte crescita.